venerdì 29 ottobre 2010

Lezioni di stile

Ieri a Milano avevo una riunione con due "colleghi" francesi. Sono 20 anni che ho a che fare con colleghi transalpini ma non mi abituerò mai. E poi dicono che sono i piemontesi ad essere falsi e cortesi...
Arrivano, ti fanno domande sul tuo lavoro, del quale tendenzialmente si disinteressano fino a che non scoppia una rogna e quando hai finito di parlare, ti chiedono se hai finito, come se tu ti stessi sfogando di chissà cosa, e poi attaccano a parlare loro. Di tutt'altro argomento. Senza darti una risposta, una soluzione, un commento. Sempre così. E allora finisci per non dire quasi nulla. Ti metti lì e ascolti le cazzate che ti dicono, lontane mille miglia dai tuoi problemi quotidiani, spesso basate su modelli tipici da scuola di management ma che non sono realizzabili nella pratica di tutti i giorni. 

Poi arriva, inevitabile il momento della cazziata. Tutte le volte.
Io sono spesso accusato di coinvolgere terze persone nelle mail. E' una cosa che faccio per esperienza, specie quando mi chiedono di fare cose impopolari, per le quali io sarò poi il capro espiatorio. In questi casi cerco di chiarire ai "signori dei piani alti" qual è la situazione reale, che spesso non è nota o come nel caso di ieri era stata ampiamente addolcita dai due furboni per non subire critiche dai loro capi.
In questi casi mi diverto a pescare uno qualsiasi dei problemi irrisolvibili che mi cadono sulla scrivania e a sfidarli a risolverlo. E mi godo le brutte figure.
Ma che fatica, però!
Così succede che si fanno le 19.00 e devi ancora tornare a Torino. Entri in tangenziale a Milano e a passo d'uomo cerchi di andare verso casa. Cercando di non pensare che questi citrulli guadagnano in un mese quello che tu racimoli in un trimestre.
E che in fondo tu, la tua dignità l'hai portata a casa intatta. Che è quello che conta.

giovedì 28 ottobre 2010

TO-MI

Torno ora da Milano. Odio guidare di notte, soprattutto su autostrade piene di tir. In pratica ho due occhi così.


Quindi buonanotte al mondo.

mercoledì 27 ottobre 2010

Incipit

Un piede in due scarpe.
Questo è quello che posso concedermi per ora.

Non ho tempoforzavoglia di lasciarmi dietro 3 anni di parole, prima timide e poi sempre più convinte, lanciate in un luogo che sembrava libero ma non lo è più.

Per questo il titolo: Back Door Man, una canzone dei Doors. L'uomo dell'uscita posteriore, pronto ad uscire dal retro, pur di non pagare il conto, che per il momento è troppo salato.

Poi si vedrà...

Per il momento accomodatevi, abbiamo appena aperto e i lavori sono ancora in corso.
Ma un caffè riesco a farvelo...